Alcuni bozzetti preparatori per la Mercedes Vision AVTR, una delle protagoniste del recente Consumer electronics show di Las Vegas.

Un caro amico che lavora per uno dei gruppi automobilistici più grandi al mondo mi ha girato l'ultimo post su questo blog di cultura motoristica che entrambi seguiamo.


Ho ritagliato qualche minuto e l'ho letto fino in fondo, perché la testata regala spunti di riflessione di rado banali.


L'estensore dello scritto, che è intitolato "New Year's Resolution" (buoni propositi per l'anno nuovo, in pratica), ha messo nero su bianco un'analisi dell'attuale stato delle cose nel car design che, per come viene delineato, assomiglia drammaticamente a un vicolo cieco:


"In questo momento, il design viene utilizzato troppo spesso per rinforzare l'immagine reazionaria dell'automobile. Questo inasprisce la sempre più diffusa opinione secondo cui l'auto è prima di ogni altra cosa un problema, piuttosto che una soluzione per la gente. Una nemica dell'umanità, invece che un'amica"


Quando si dice "toccarla piano", insomma.


Christopher Butt, l'autore dell'articolo (che se volete leggere per intero trovate qui), prosegue facendo notare come calandre sempre più grandi e vistose rispetto alle effettive esigenze di raffreddamento, o generatori sonori che amplificano artificialmente le note dello scarico soddisfino i "reazionari" (ma manco tutti: io per esempio mi considero a pieno titolo un petrolhead, ma detesto certi orpelli, finti come una trenta euro), ma allontanino i "progressisti".


La soluzione?


"Se l'automobile vuole rimanere un bene socialmente accettabile e non trasformarsi in un prodotto moralmente criticabile come le armi o le sigarette, l'unica strada che può percorrere è quella di cambiare atteggiamento. [...] Gli uomini, le donne e i bambini per strada devono capire che non è un congegno maligno per persone cattive, ma un dispositivo utile che si può confondere con l'ambiente circostante in maniera inoffensiva"


Su questo non sono del tutto d'accordo, perché credo che una cosa che ha fatto impazzire tanti "ultra-progressisti", tipo il Tesla Cybertruck, lo urli eccome, il suo messaggio stilistico. E anche che una concept come l'applauditissima Mercedes AVTR vista al Ces di Las Vegas, con i pannelli solari a placche di stegosauro, faccia tutto, fuorché fischiettare per passare inosservata agli occhi degli astanti.


Il punto non è trasformare le automobili in melliflue, timide, banali, codarde, indegne apostate di quello che hanno rappresentato, suscitato e consentito nel secolo scorso.


Il punto è trovare la via per una nuova audacia. Per un nuovo manifesto.


Perché una cosa è certa: se continui a ripetere formule collaudate, magari ti tieni stretto il pubblico che già ti segue e non rischi un granché (per un po' di tempo). Ma di sicuro non fai niente per ristabilire il tuo ruolo nella società. E non guardare lontano, alla lunga, può diventare un problema.


O no?