
Greenpeace non ci sta e accusa il mondo automotive di barare sugli impegni presi per abbassare di 1,5 gradi la temperatura globale entro il 2040. Si prevede verranno venduti quasi 400 milioni di veicoli benzina o diesel in più del previsto arrivando a 712 milioni totali.
La guerra in atto è totale, da una parte gli ambientalisti che accusano i colossi dell’industria automobilistica di non fare il loro dovere, e dall’altra i costruttori che sostengono di impegnarsi al massimo, e spesso anche le loro possibilità, per arrivare alla transizione verso l’elettrico nel più breve tempo possibile.
Questi ultimi assicurano che entro il 2030 la loro produzione sarà tutta ibrida se non esclusivamente elettrica, ma questo non tranquillizza gli ecologisti che contrattaccano in maniera durissima con Benjamin Stephan di Greenpeace Germania: «Le principali case automobilistiche, tra cui Toyota, Volkswagen e Hyundai, stanno passando troppo lentamente a veicoli a emissioni zero, il che ha conseguenze pericolose per il nostro pianeta. Toyota, Volkswagen e altre importanti case automobilistiche sono in rotta di collisione con il clima.»

Secondo “The Verge” che dal 2011 raccoglie e diffonde informazioni tecnologiche, le case automobilistiche predicano bene ma razzolano male e hanno così calcolato come a lor dire “ci fregheranno tutti”.
Ecco le loro previsioni: Toyota venderà 2,6 volte il numero massimo di veicoli diesel e benzina necessari per mitigare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, ovvero 63 milioni di veicoli in più. Da parte sua Hyundai e la sua controllata Kia venderanno 2,4 volte il numero massimo, ovvero 39 milioni di veicoli in eccesso. Ma anche la stessa Volkswagen, che pure si dichiara la vera paladina dell’elettrico puro, venderà 2,1 volte il numero massimo, ovvero 39 milioni di veicoli in più. Quarto Gruppo in questa graduatoria la General Motors che venderà 1,6 volte il numero di veicoli a benzina e diesel arrivando a 13 milioni di auto in più.
Il problema non è tanto il vecchio Continente perché è noto che la Comunità Europea ha previsto per il 2035 il divieto alla vendita di vetture non esclusivamente elettriche, ma lo è il sud del mondo dove la richiesta di veicoli è in costante crescita.
Africa, Centro e Sud America, ma anche India, Medio Oriente, Sudest asiatico e Australia sono in continua crescita demografica con grandi distanze da percorrere. Territori dove è impensabile mettere in rete una distribuzione efficace di energia elettrica e dove anche la stessa energia è già di per sé carente. Ma è anche impossibile immaginare che si tolgano dalle vie di comunicazione camion, bus e automobili a meno di non imporre agli stessi paesi di rimane sottosviluppati a vita.
Botte piena e moglie ubriaca è da sempre stato un sogno, ma la salvezza del pianeta non può passare nemmeno per la discriminazione tra Paesi ricchi e Paesi poveri con questi ultimi che ovviamente non ci stanno.
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Il problema sono si gli ecologisti, ma soprattutto i politicanti che li seguono nelle loro incoerenze. Politicanti che poi obbligano tutti i cittadini a seguire strade assurde. E dire che probabilmente il mercato, certamente con un po' più di tempo, farebbe da se. Infatti, dato il grandissimo vantaggio del motore elettrico rispetto a quello termico sotto qualsiasi punto di vista, basta che si riesca ad avere delle batterie decenti al posto delle ciofeche di oggi e il gioco sarebbe fatto. E quanto pensate ci voglia a trovare batterie decenti? Io penso sia questione di qualche decennio, non di più. Già dai tempi delle prime ibride la densità energetica delle batterie è aumentata parecchio, non ci vorrà una vita ad averle accettabili. E a quel punto per le auto termiche non ci saranno più chance, nessuno le vorrà più, dando luogo a una transizione naturale e indolore per i cittadini. Forzando inappropriatamente i tempi, i politicanti di Bruxelles mettono in difficoltà i cittadini europei sia nella veste di consumatori sia nella veste di lavoratori per motivi noti. La forzatura risulta pertanto illogica e soprattutto contraria al bene della popolazione.
anche io come tecnico potrei sentirmi affascinato dall'alto rendimento del motore elettrico. Poi penso alle batterie e mi cascano le braccia,
Però da automobilista con passione per il sound, per la meccanica e per l'odore di benzina, vedo l'elettrico come un'alienazione di tutto ciò che è la passione per la guida. Schiacci il gas, giri lo sterzo e basta. Niente rumore, niente collegamento meccanico con l'auto, niente cambio, niente di niente.
Vedo sbucare elettriche supermegaperformanti senza una ragion d'essere. Con l'elettrico tutti possono fare 0-200 in 7 secondi... basta lo voglia il business plan. Invece con la meccanica devi saperlo fare ed ecco che il motore diventa un opera d'arte, non un bel poster.
Lucio, io da ingegnere sono piuttosto affascinato dal motore elettrico, data la semplicità e il rendimento ineguagliabili (poi mi piacciono anche i pistoni, non ti preoccupare). Purtroppo sono le batterie l'anello debole (molto, molto debole) delle auto elettriche.
beh, il motore elettrico sarà pure migliore ma è come un poster. Invece il motore termico è come un quadro di autore.
se lo fanno, è perchè senza mezzi termini una transizione come quella che dici tu, stanti i problemi enormi di logistica e di costi, impiegherebbe probabilmente almeno mezzo secolo o uno intero. E siccome sono straconvinti che con tutte auto elettriche il clima si salva, ecco pronto il pastone per le oche da ingrasso.
Ma non li calcolo proprio, gli ambientalisti e Greenpeace. Dar retta a loro non migliora il pianeta.
Fondamentalmente i costruttori immettono sul mercato ciò che il mercato richiede. Se il mercato non richiede BEV gli ecologisti, anzichè dare loro la colpa, dovrebbero fare un piccolo esame di coscienza e chiedersi se non scambiano i loro desideri con il mondo reale. Ma è molto più comodo dare la colpa a quei cattivi dei costruttori
concordo con Lucio, sulla parte disagiati.
Riconosco però un aspetto cui do ragione agli ecologisti: le varie case automobilistiche anche se mettono i vari sistemi ibridi, ecc .....hanno influenzato e poi seguito il mercato nel proporre i SUV. Non voglio demonizzarli, ma semplicemente son + alti, + pesanti e quindi consumano ed inquinano di +
Ma che scherzi? La 4c è ancora in garage, sempre bellissima nel suo giallo ginestra. La Stelvio è la nuova auto di famiglia :-D (in realtà ovviamente non nuova ma usata, 4 anni di vita e 60.000 km). In un rosso competizione che le dona enormemente.
@Federico: noooooooo .... e la 4c ?????? Non mi starai mica "invecchiando" ? :) :) :)
Beh, i suv non mi piacciono, però il motore e tutta la meccanica di quella che hai preso sono al top! Complimenti.
io meglio che stia zitto... ho appena preso la Stelvio Quadrifoglio... :-D
che pero' per come la uso io inquina meno di una Yaris a benzina usata tutti i giorni
@ Adriano. 'Purtroppo vedo che + ce lo hai "grosso" (il SUV :) ) + fa figo'. Figurati, io mi sono comprato un duetto Alfa del 1987....
@Lucio:
ma certo, l'importante è mettersi a posto la coscienza, come quelli che fanno gli attivisti ma comprano le cose made in China perchè costano meno. Oppure che ti cazziano se usi un bicchiere di plastica ma poi per fare 500 km prendono l'aereo perchè "le low cost costano meno delle ferrovie". Non sono molto dissimili da quelli che trattano malissimo tutti gli altri ma poi danno 10 euro di offerta in chiesa.
@ Adriano:
:-P
il veicolo rialzato è più adatto per sistemare le batterie nel sottoscocca.
Federico, se poi le piste hanno pure bisogno di neve artificiale... consumo energetico a gogo.
:) .... la coerenza .... gran brutta bestia !!!! :) .... è vero il discorso che fai, vero che non sono ONLUS, però drogato il mercato con questi SUV, probabilmente avremmo auto + aerodinamica e quindi + parche nei consumi (e quindi inquinamento). Purtroppo vedo che + ce lo hai "grosso" (il SUV :) ) + fa figo ..... tu che sei nel "settore" potrai aiutarmi nel dire o meno se è un problema di "compensazione" .... neuronico :)
ah, giusto per: lo stesso aveva già una Tesla ma l'ha cambiata dopo due anni. Perchè secondo lui produrre e trasportare auto non inquina...
Beh, infatti mica sono ONLUS... :-) ora poi propongono SUV elettrici perchè sono gli unici che possono essere sovrapprezzati e avere qualcuno che li compra... sarei curioso comunque di vedere questi grandi attivisti come si spostano e che necessità hanno di utilizzare un veicolo. Io ne conosco uno che per essere ecologico ha preso una BMW iX3 da piu' di 100.000 CHF, poi pero' per andare a sciare prende in prestito la Evoque diesel della mia amica perchè con la BMW non ha abbastanza autonomia... (e gli impianti sciistici ovviamente vanno ad aria, no?)
a me pare che il mondo (in occidente in particolare) stia dando troppa voce e potere a dei disagiati. Si, queste persone dimostrano di avere dei grossi disagi.
Quindi l'elettrico per loro è a emissioni zero. Ottimo, applauso.
Il mondo occidentale avrà futuro solo quando smetterà di perseguire (per comodi politici) le isterie di chi ha disagio anteriore ed è sociopatico per un chissà quale motivo.
peggio. Questi sono i geni che preferiscono bruciare carbone in una centrale termoelettrica (magari pure il carbone della Ruhr, che ha materiale radioattivo) anzichè usare le centrali nucleari. Quando ci sono fior di studi che mostrano che, ad esempio, l'impatto delle auto elettriche è negativo se l'energia viene prodotta dal carbone... Dei geni, proprio.
Io penso che se i costruttori (e gli stati) europei avessero investito seriamente sull'elettrico 20 anni fa, adesso non si troverebbero nella situazione di avere americani (Tesla e, presto, grandi aziende dell'IT) e cinesi alle porte, pronti a prendersi una grossa fetta (la maggioranza) del mercato europeo, lasciando sul campo morti e feriti.
E oggi non avremmo le materie prime per le batterie e la produzione di chip in mano all'Oriente.
Poi, se c'è qualcuno che realisticamente pensa che rimandano le regolamentazioni sul passaggio all'elettrico si salvi l'industria europea, è un po' come quando si è passati agli schermi piatti qualcuno ha continuato a produrre il televisore catodico: per carità, magari ottimo e per qualche aspetto anche migliore, ma è andata a finire male.
Il paragone, come detto dagli altri, non può reggere, perché in precedenza il cambio era stato determinato dal mercato, questa è un'imposizione dei fanfaroni di Bruxelles. Un conto è scegliere di cambiare, altro conto è essere obbligati a cambiare. L'occidente un tempo era ambito dai popoli anche per la liberta di scelta, che però è sempre più messa in discussione negli ultimi anni e non solo in campo automobilistico.
Concordo con tutti voi.
concordo con Federico: il progresso devi valutarlo nella sua globalità, se genera un beneficio per tutto e tutti. Sicuramente non potrà essere al 100% (penso all'automazione che ha sostituito le persone con la conseguente perdita di occupazione) ma deve essere vista a 360 gradi. L'elettrico in Europa ha i limiti che sappiamo tra i quali anche quelli che Federico snocciola. Non ci si è posti il problema da monte ... ma si è partiti da valle....
il paragone anche secondo me non calza molto. Non sempre "andare avanti" è segno di progresso, o almeno non lo è da tutti i punti di vista. Chiaro che poi si puo' decidere che alcune conseguenze siano tollerabili o anche da incentivare, ma di certo non si puo' mettere la polvere sotto il tappeto definendo "dinosauri" o "boomer" tutti coloro che mostrano in modo lampante quali sono gli aspetti negativi della transizione elettrica. Il computer si è imposto sulla macchina da scrivere senza alcun bisogno di essere incentivato, perchè aveva dalla sua vantaggi che DA SOLI l'hanno reso competitivo. Lo stesso vale per il televisore a schermo piatto. In quei casi l'evoluzione ha convinto il mercato e si è selezionata come in grado di sopravvivere alla prova del tempo. Nel caso delle auto elettriche no. Le stesse devono essere pesantemente sovvenzionate perchè carissime (e si', le tasse dei poveri finanziano le Tesla dei ricchi), ci sono problemi logistici che per essere superati richiedono investimenti ingentissimi (anche qui, tasse dei poveri): come produrre l'energia (infatti la Francia sta progettando nuove centrali nucleari, guarda un po'...), garantire la possibilità di rifornimento per ricaricare le batterie (il che per una questione di spazi e di tempistiche è impresa ardua con i numeri che gli entusiastici stimano in futuro), e la produzione e lo smaltimento delle batterie (con tutto cio' che consegue alla necessità di avere terre rare). Tutto accettabile, per carità, purchè si chiarisca una volta per tutte che l'âuto elettrica non potrà MAI essere per tutti ma sarà sempre e solo un affare da ricchi o comunque benestanti. E non basta il temporaneo dumping dei cinesi per far credere alla frottola dell'auto elettrica per tutti, perchè anche dopo comprata tutti gli altri problemi logistici restano. E il tutto, dulcis in fundo, per eliminare un comparto che in Europa contribuisce per una parte minimale alle emissioni globali. Avrebbero fatto un lavoro migliore per l'ambiente se avessero eliminato le caldaie a nafta pesante. Pero' quello va benissimo, no? Se teniamo le caldaie diesel non siamo retrogradi, vero?
Concordo con Roberto. Quando ero ragazzino leggevo il mensile Selezione dal Reader's Digest a cui mio padre era abbonato. Una volta lessi di televisori che sarebbero stati piatti come quadri (quando avevamo il "Geloso" a tubo catodico con "le valvole" che ogni tanto mio padre sostituiva una "bruciata"), di passaggi al casello autostradale senza fermarsi. Per me era fantascienza ma allora si giocava con la "Polistil" e i trenini '"Lima". Non avrei mai visto come fantascienza un'auto elettrica, un pò come quelle che correvano sul circuito montato in camera... "Il passaggio" dal tubo catodico al piatto l'ho avuto "personalmente" con il mondiale del 2006 con una 32" da 1.200€. Ora un 32" costa 150€... Non penso che tra 15 anni una full electric costi 10 volte in meno ma di sicuro ci sarà un'evoluzione tra tempi di ricarica, peso, autonomia. Il tubo catodico, il Telepass sono state "scelte personali" non "passaggi obbligati" da dei politici Gretini.
Non vorrei manco affibbiare aggettivi a quelle persone che ogni tanto "bloccano" abusivamente il Grande Raccordo Anulare quelle che se ne fregano altamente di chi perde ore di lavoro, quelle che manco fanno passare le ambulanze... Altra "imposizione"! Vorrei vedere se loro lavorassero dall'altra parte del raccordo e se volessero/ potessero prendere i mezzi pubblici, dovrebbero partire alle 4 del mattino per poter arrivare alle 8 a lavoro e rientrare a casa a fine lavoro in un tempo indeterminato... Senza pensare che è anche l'unica autostrada che ti permette di raggiungere l'aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia venendo da sud (quelli che fanno perdere aerei e navi). Però non hanno il coraggio, gli attribuiti di andare a fare certe manifestazioni in Cina, la più grande inquinatrice al mondo, quella a cui stiamo porgendo su in piatto d'oro la tecnologia per le full electric, tutto in mano ad un dittatore, Xi....
Ripeto, una cosa è "scegliere" un'altra "essere obbligato" soprattutto se non ci sono infrastrutture adeguate oggi, figuriamoci quando ci saranno milioni di full electric... Ok che ognuno "deve" contribuire nel suo piccolo ma quando e come voglio io.
Gentile Andrea, il passaggio dal tubo catodico agli schermi piatti non è stato imposto per legge. Va molto di moda paragonare la transizione dall’auto tradizionale a quella elettrica con la transizione dalla macchina da scrivere al computer. Il problema, però, è che questa rivoluzione industriale non funziona come tutte quelle che l’hanno preceduta: non è il progresso a minacciare il futuro dell’auto a combustione bensì le scelte della politica.
In poche parole, per la prima volta l’evoluzione tecnologica non è dettata dall’efficienza economica (pur essendo più semplici le auto elettriche sono più costose e, per diversi aspetti, meno performanti) ma è imposta per legge dai Parlamenti, nell’assoluta e colpevole mancata analisi delle conseguenze. Perciò, domandarsi che senso abbia incentivare questa transizione industriale non significa mettere in discussione il progresso o, peggio ancora, dubitare della drammaticità della crisi climatica. Va molto di moda paragonare la transizione dall’auto tradizionale a quella elettrica con la transizione dalla macchina da scrivere al computer. Il problema, però, è che questa rivoluzione industriale non funziona come tutte quelle che l’hanno preceduta: non è il progresso a minacciare il futuro dell’auto a combustione bensì le scelte della politica, che, salvo tardive correzioni, renderanno l'auto un bene per pochi privilegiati, riportandoci alla situazione degli anni '50 del secolo scorso. Le consiglierei di leggere, se ne ha la possibilità, di andare a rileggere un interessante articolo sulla mobilità dei cittadini comparso sul numero di gennaio 1963 di 4R
In poche parole, per la prima volta l’evoluzione tecnologica non è dettata dall’efficienza economica (pur essendo più semplici le auto elettriche sono più costose e meno performanti) ma è imposta per legge dai Parlamenti, nell’assoluta e colpevole mancata analisi delle conseguenze. Perciò, domandarsi che senso abbia incentivare questa transizione industriale non significa mettere in discussione il progresso o, peggio ancora, dubitare della drammaticità della crisi climatica.
Un paragone calzante guarda, Ti ho già mandato il premio Marinetti via corriere.
Oddio, Greepeace è il contrario dell'ecologia, sono finti ecologisti che capiscono meno di niente.
Riporto una notizia di qualche giorno fa: "Germania: la petizione del gruppo di professori tedeschi contro il phaseout nucleare ha raggiunto la quota di 50.000 firme sul sito del Bundestag. Questo obbliga il parlamento tedesco a discuterla (ovviamente non ad approvarla). Sulla questione del phaseout tedesco si è espressa anche Greta Thunberg, che in un’intervista ha dichiarato che sarebbe un errore chiudere centrali nucleari già funzionanti per concentrarsi sul carbone - un’apertura certamente timida, ma che registriamo e apprezziamo. GreenPeace, al contrario, aveva già a fine agosto dichiarato che le centrali a carbone erano una medicina amara, ma necessaria, chiudendo invece alla possibilità di mantenere aperti gli impianti nucleari."
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Inutile dire come Finlandia, Francia, Germania, USA e Emirati Arabi stiano progettando di aumentare la quota di energia prodotta dal nucleare, proprio perchè meno inquinante delle centrali a carbone. Solo quei fessacchiotti di Greenpeace potevano sostenere la tesi contraria. E con quest'ultima polemica sterile contro i produttori di auto si confermano per quello che sono.