
Un paio di sabati fa ad Anagni c’era una Alfa Romeo Tonale con targa di cartone (ci sono ancora?) che si era fermata in cerca di parcheggio, e in un istante si è formato un capannello di curiosi a guardarla. È incredibile l’interesse che suscitano sempre le auto del biscione al di là di quelli che sono poi i dati di vendita.
Era di un blu chiaro metallizzato e si era fermata proprio vicino alla porta d’ingresso alla città vecchia e l’assalto della gente che passeggiava lì intorno è stato sorprendente. Ero in compagnia di due vecchi amici che hanno passato una vita nel campo delle auto, uno a lungo direttore vendite di Porsche Italia e l’altro proprietario di una fonderia che produce pezzi speciali per la stessa Porsche ma anche per Ferrari e Ducati. Ovviamente tutti e tre siamo rimasti particolarmente sorpresi da quella eccitazione collettiva che non era per niente casuale.
Ci siamo quindi domandati se sarebbe successa la stessa cosa con modelli di altri costruttori e siamo arrivati alla conclusione che no, non sarebbe mai successo.
È evidente che il marchio Alfa possiede ancora, e verrebbe da dire nonostante tutto, un fascino unico sulla gente, figlio di radici lontane che ci portiamo dentro magari senza nemmeno sapere bene perché. Il passato di storia e gloria è dimenticato da un pezzo, però il brand resta appiccicato addosso e si trasferisce di padre in figlio.
Da mezzo secolo le Alfa Romeo sono vetture che faticano a imporsi sul mercato con poche eccezioni, la 164, la 156, di sicuro l’ultima Giulia oppure la Stelvio tanto che la frase «Le Alfa sono come la bella Cecilia: tutti le vogliono e nessuno le piglia» ha tenuto banco tra gli addetti ai lavori.
Però il fascino resiste ed è stato piacevolmente sorprendente vedere tanto interesse attorno alla Tonale, oltretutto in un periodo dove l’auto non vive i suoi tempi migliori.
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Buongiorno Direttore.
Quando negli anni 80 e 90 BMW, Mercedes e Audi spiccavano il volo, l'ex Casa di Arese non è riuscita a star loro dietro. La 190 usciva con il multilink al posteriore mentre Alfa non aveva ancora nel cassetto un'idea di come sostituire il telaio di 75 e 90. E nonostante ciò in quegli anni vendeva ancora molto bene, ma in quegli stessi anni non si posero le basi e le radici per far crescere la gamma e il prodotto. Poi entrò la Fiat e fu il disastro totale, salvo piccoli colpi di reni che si chiamano 147 e 156. Il prodotto mediamente perse credibilità e poi col tempo anche la clientela, che magari provando una delle tre tedesche sopra citate decise che proprio male non erano, ponendo così le basi per un non ritorno. La carenza di progetti, di visione unita all'immagine di prodotto non qualitativamente eccelso fecero il resto. Se ci aspettiamo che dopo decenni tutti siano qui ad aspettare l'uscita della Giulia e crediamo che questa sia la migliore auto del mondo e che tutti lascino la strada vecchia per acquistarne una, beh allora siamo degli illusi. Puoi anche fare il prodotto migliore del mondo (ammesso e non concesso, prima parliamo di cosa vuol dire migliore) ma se non costruisci giornalmente passo dopo passo la fiducia nei clienti sei morto. Specialmente in questa fascia di mercato. Quando penso a questo, penso a cosa ha fatto il gruppo Hyundai. Mi sarei fermato anch'io a vedere la Tonale. Ma tutto finisce lì: rimane solo la curiosità di sapere cosa è uscito dal cilindro magico del marketing di Stellantis, e basta. La gente va in concessionaria e sceglie quello che, in base al prezzo, ritiene migliore per le sue esigenze. Stilistiche, famigliari, aspettative di qualità, caratteristiche stradali. Se tutto questo non funziona dovremmo rivedere la strada e capire gli errori, invece di piangersi addosso e accusando questo o quello di esterofilia a altro come vedo sotto. Ma forse ora è irreversibilmente tardi per farlo. Le auguro una buona giornata.
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+ Inserisci un commentoBuongiorno Direttore.
Quando negli anni 80 e 90 BMW, Mercedes e Audi spiccavano il volo, l'ex Casa di Arese non è riuscita a star loro dietro. La 190 usciva con il multilink al posteriore mentre Alfa non aveva ancora nel cassetto un'idea di come sostituire il telaio di 75 e 90. E nonostante ciò in quegli anni vendeva ancora molto bene, ma in quegli stessi anni non si posero le basi e le radici per far crescere la gamma e il prodotto. Poi entrò la Fiat e fu il disastro totale, salvo piccoli colpi di reni che si chiamano 147 e 156. Il prodotto mediamente perse credibilità e poi col tempo anche la clientela, che magari provando una delle tre tedesche sopra citate decise che proprio male non erano, ponendo così le basi per un non ritorno. La carenza di progetti, di visione unita all'immagine di prodotto non qualitativamente eccelso fecero il resto. Se ci aspettiamo che dopo decenni tutti siano qui ad aspettare l'uscita della Giulia e crediamo che questa sia la migliore auto del mondo e che tutti lascino la strada vecchia per acquistarne una, beh allora siamo degli illusi. Puoi anche fare il prodotto migliore del mondo (ammesso e non concesso, prima parliamo di cosa vuol dire migliore) ma se non costruisci giornalmente passo dopo passo la fiducia nei clienti sei morto. Specialmente in questa fascia di mercato. Quando penso a questo, penso a cosa ha fatto il gruppo Hyundai. Mi sarei fermato anch'io a vedere la Tonale. Ma tutto finisce lì: rimane solo la curiosità di sapere cosa è uscito dal cilindro magico del marketing di Stellantis, e basta. La gente va in concessionaria e sceglie quello che, in base al prezzo, ritiene migliore per le sue esigenze. Stilistiche, famigliari, aspettative di qualità, caratteristiche stradali. Se tutto questo non funziona dovremmo rivedere la strada e capire gli errori, invece di piangersi addosso e accusando questo o quello di esterofilia a altro come vedo sotto. Ma forse ora è irreversibilmente tardi per farlo. Le auguro una buona giornata.
E' reale sia la scellerata gestione negli anni dell'Alfa, sia l'esterofilia degli italiani.
Il marchio Alfa si porta dietro una grossa zavorra: l'esterofilia di noi italiani. Se in Francia avessero l'equivalente della Giulia (la 508 o la DS 9 NON LO SONO), credo che le vendite di serie 3 e di classe C sarebbero inferiori, invece noi ci sentiamo arrivati solo con quei marchi sul cofano. Lo dico da possessore di una grossa berlina giapponese, perchè qualità ed esclusività tedesca non meritano quel surplus di prezzo, men che meno rispetto alla vettura che ho scelto: non ho preso Giulia solo perchè volevo una vettura più grande , ma non volevo arrivare sino a Ghibli. La scelta mi ha razionalmente soddisfatto, ma non mi trasmette ciò che mi dà la vista una Giulia Veloce. Detto ciò, la prossima sarà una delle due italiane menzionate
Io proprio le suv non me le filo, anche se sono Alfa. Spero le vendano per amore del marchio, ma non so se la gamma così ristretta sia sufficiente. Nel frattempo l'UE, legiferando a caso in perfetto autolesionismo, ha confermato il 2035 come ultimo anno di vendita per endotermiche.
Previsioni di vendita nei prossimi sei mesi: 20000 unità di cui la metà alle flotte (l’80% del totale prodotto su ordinazione). Inguaribili ottimisti.
Fenomeno n^ 2, tutto questo pistolotto per concludere che neanche lei sarà fra i ventimila ?
Ecco il fenomeno che avrebbe saputo lui come fare. In realtà la dichiarazioni sui volumi di vendita da parte del numero 1 di Alfa, Imparato, sono state rivolta all'ottimizzazione, negando di puntare ai volumi quanto al mantenimento del livello di qualità. È ovvia che, e qui concordo col Direttore dopo 50 anni di disastri di prodotto nei quali l'Alfa è stata letteralmente umanista, oggi riprendersi sia dura. È pur vero che nemmeno le "vere" Alfa non hanno ottenuto 8l successo che wvrebvero meritato. Ma in verità, ancora mancava qualcosa, per aggiungere quel "glamour" che invece le concorrenti tedes he, ed ora non solo, hanno saputo infondere nei loro prodotti.
Fare ottime auto che si vendano bene a prezzi elevati, Audi, BMW e Mercedes li fanno da decenni, non è facile, richiede costanza nei propri obiettivi, essere sempre un passo avanti agli altri quindi grossi investimenti. Quando questo accade allora la gente si fida e ti da fiducia, e stacca sinché dei begli assegni. Diversamente, tutto quel marketing rievocato e iconico nel quale FCA è stata veramente maestra di comunicazione, non può bastare. Oggi non su donna pii nulla a nessuno. Mi spiace dirlo, ma comprerei certamente un BMW X1 anziché una Alfa Tonale. Il prodotto Alfa, oggi, ancora non c'è
Forse il problema di Alfa Romeo è che oggi nessuna macchina è più in grado di avere il fascino che emanavano le auto di un tempo. Non può esserlo per le normative, che hanno livellato i rumori. Non può esserlo per l'evoluzione tecnica in tema di confort, che ha sempre più ridotto vibrazioni e differenze di comportamento tra le auto. Non può esserlo per il senso di libertà che è venuto a mancare, tra limiti, traffico, divieti e prescrizioni varie. A me ormai manca perfino andando in moto.
Si chiama progresso e non se ne può certo fare a meno. Ma se il fascino si basa sulle emozioni e la fonte delle emozioni viene ovattata, quel che rimane è lo slancio verso i ricordi che un marchio evoca, senza poterne poi trovare la contropartita reale e senza che chi produce l'automobile abbia la possibilità di trasferire il vecchio trasporto emotivo sul nuovo prodotto.
Quindi guarda, la nuova Alfa! (Con in mente un'Alfetta che borbotta), poi ti avvicini e l'auto può anche essere ottima, ma non è "quella cosa là" e alla fine forse una vale l'altra.
Comunque se potessi, io la Giulia (la berlina e non il SUV, che dinosauro eh?) la comprerei subito.
Antonio: di sicuro il nostro è amore platonico, ma aggiungerei che non è affatto corrisposto: si poteva e doveva fare di più; così com’è - flotte a parte - se la filerà chi vorrà fare il saltino di qualità rispetto alla Compass senza minimamente intaccare il dominio crucco.
Beh, basta guardare al forum: 219000 messaggi per un marchio che non vende nulla e che ha due arzillissime vecchiette in gamma, di cui una è la versione a ruote alte dell'altra.
Con mio sommo dispiacere, appare evidente che l'eccitazione si ferma alle parole. Di amore platonico si tratta
Beh anche la Giulia all'inizio catturava gli sguardi. Il marchio ha un robustissimo prestigio "storico" dato da alcuni modelli immortali e dalle competizioni, incancellabile nonostante le tante mancanze a livello di prodotto da troppi anni a questa parte. Non so quante Tonale si venderanno: è meglio non far troppo affidamento sul mercato italiano. Qui, chi può ormai è coccolato dalle tedesche, che col tempo hanno ampliato a dismisura la gamma di modelli; chi vorrebbe, e forse potrebbe, ci penserà, ma la concorrenza è forte. Tanti, magari già ex possessori di Giulietta, probabilmente rinunceranno per via delle prezzo e delle dimensioni, si va verso auto sempre più grandi (anche per le future elettrificazioni), ma i box, i posti auto, i centri storici, i parcheggi, i paesini, sono sempre quelli. E FCA (poi Stellantis), scegliendo di non produrre più Punto e Giulietta ha dato in pasto al nemico una grossa fetta del nostro piccolo mercato. Più che altro, c'è amarezza nel constatare la grande difficoltà da parte del gruppo Fiat (lo chiamo così perché si va indietro nel tempo) nel presentare modelli già "pronti". La Thesis, già "difficile" di suo per questioni estetiche, tra presentazione e messa in vendita rimase ferma diversi mesi, troppi, e oltre all'estetica spinta, non per tutti, scontò se ricordo bene una certa fama negativa riguardo l'elettronica (e dire che anche le Mercedes dell'epoca ne soffrivano...). La Giulia, mostrata alla stampa in versione Quadrifoglio manuale nel 2015 (con somma esultanza del sottoscritto), arrivò alle concessionarie una decina di mesi dopo. Troppo. La Tonale apparve come prototipo su 4R 3 anni fa, mi pare. Si affaccia ora sul mercato, già saturo, direi, con una gamma incompleta e, a quanto pare, ancora con qualche cosa da affinare...
la mancanza di segmento B e C nel gruppo "italiano" è veramente vergognosa. Soprattutto il non avere un'erede della Giulietta.
Sarà una scelta di marketing azzeccata ma a me pare una follia.
La Tonale è bella e lo scudo conserva il suo fascino anche nelle nuove generazioni, è sicuro. Spero che almeno in Italia sia un po’ meno Cecilia di Giulia e Stelvio, anche se dal punto di vista delle prestazioni è di sicuro ben inferiore; appartiene ad un segmento meno in sofferenza, ma, a mio parere, ha motorizzazioni per nulla adeguate della tradizione del marchio e si qualifica per essere un modello di transizione digerito a malincuore dai nuovi capi, arrivati troppo tardi per bloccarne lo sviluppo.È un fatto che fuori Italia sta già rimediando pagelle non esattamente esaltanti e che pure 4R scrive che necessita di messa a punto sotto molti aspetti: curioso, considerato che non è mancato il tempo per provvedervi per tempo. Non credo scriverà la stessa cosa della nuova X1.
Riflessione: Quali sono state le alfa romeo più vendute nella storia? Trazioni anteriori, cilindrate medie, prezzi abbordabili e aggiungiamo stilose ,affidabili e moderne, è questa la chiave del successo. Allora chi sono gli alfisti?
chi sono gli alfisti? Una parziale ma significativa risposta potrebbe averla ( se ne ha la possibilità) una qualsiasi domenica mattina sul piazzale antistante il Museo Alfa Romeo di Arese; è ormau un consilidato raduno di possessori di Alfa anni 50-60-70-80 che tra una discussione fra un numero di matricola di un basamneto motore e qualche errore di frontali delle varie Gt non vedono l' ora di mettresi alla guida di una moderna e vera Alfa e rimpongono molta fiducia nel nuovo manager francese ( chi l' avrebbe mai detto? ). Mi creda,è un' esperienza molto formativa.
È vero, però se si guarda che nel 72 sono uscite le alfetta e alfasud fino all 84 circa, l alfasud ha venduto il doppio, grosso modo la 33 più della 75 o nell ultimi anni che sono uscite la Giulia è la Stelvio, la giulietta che risentiva degli anni, vendeva sempre di più fino quasi all ultimo. Per me perché erano più abbordabili.
In realtà non si possono guardare i numeri perché fino a tutti gli anni 70 si vendevano meno vetture. Dopo è vero che le auto di successo sono state tutte a trazione anteriore, ma erano le sole disponibili.
Caro Dott. Cavicchi, mi permetto di farLe notare che la frase "Da mezzo secolo le Alfa Romeo sono vetture che faticano a imporsi sul mercato" non è completamente esatta pur fondata su dati reali. Mi spiego: nei primi anni 80 l' Alfetta 2.0 era la vettura di maggior successo nel suo segmento ( grazie anche ai flop Argenta e Gamma).L' Alfasud, una volta risolti ( tardi, daccordo) i problemi ruggine ha passato il milione di unità vendute; da ultimo solo per non essere troppo noioso cito il successo della Spider ( quella costruita dal 1966 al 1993 ) in tutto il mondo, in primis Nord America. Ora al quota Alfa Romeo in Italia non arriva all' 1%. Ma andiamo ad analizzare cosa è successo in questi 50 anni: tragica gestione IRI, sindacati che vedevano le grandi fabbriche come palestre per allenare i muscoli ( ed acquistare potere personale), disastrosa gestione Fiat ( ricordiamo la frase di Romiti che alla domanda di un giornalista sul motore Boxer rispose che gli unici Boxer che conosceva erano gli indumenti intimi ?). Aveva ragione il Presidente dell' Alfa Romeo Gaetano Cortesi che sostituì Giuseppe Luraghi quando affermò che il suo sogno era poter trasferire la fabbrica di Arese in Svizzera.Vorrei chiudere con una frase ottimista: personalmente ho molta fiducia nel manager Imparato, persona che parla poco ma conosce il mestiere e sopratutto cos aaha fra le mani, ovvero un brand col quale si posson fare molti profitti.
Il commento di Romiti sul boxer:pace all'anima sua la dice sulla sua competenza in fatto di vetture come la cacciata di Ghidella dove la FIAT sino a metà anni '90 ha vissuto di rendita sui modelli deliberati dal compianto Ghidella poi..vuoto assoluto !
Ha ragione: ho colpevolmente ignorato la grande Alfasud, vettura strepitosa che ha pagato i boicottaggi politici a Pomigliano.
Purtroppo la politica ha fatto diventare Alfa un bancomat e da qui i deficit e poi la vendita o forse regalo alla FIAT.Luraghi imprenditore illuminato e non boiardo di stato,fece costruire lo stabilimento a Pomigliano d'Arco per evitare migrazioni sud nord in tempi record dalla posa prima pietra alla produzione e udite udite,spendendo meno del costo preventivato (proprio come oggi !)
Purtroppo la gente che possibilità (la Tonale pur costando meno della Stelvio non si può considerare una auto per tutti..) va sui marchi tedeschi perchè fanno da "persona arrivata" o alla moda a cui si perdona tutto come una BMW serie 3 dove anni addietro lessi su questa rivista che non aveva la regolazione in altezza delle cinture anteriori che ora a parte il segmento A credo abbiano tutte le vetture.Speriamo !
Alle tedesche si perdona tutto, si sa. Le italiane o sono perfette sotto tutti i punti di vista o niente. Purtroppo questo atteggiamento esterofilo esasperato degli italiani non si limita al campo automobilistico....
Di sicuro c’è una componente di esibizionismo nella preferenza per le tedesche, ma se lei confrontasse l’offerta di motori della nuova X1 rispetto a quella della Tonale troverebbe anche una giustificazione sostanziale. Nel giudizio di molte testate, e ora trapela che da quanto scrive 4R”, la versione ibrida leggera più potente di Tonale risulta piuttosto fiacca (ha 58 cavalli in meno della equivalente tedesca). Costerà meno, ma il segmento e la clientela potenziale è simile: temo che per Tonale, esaurita la domanda delle flotte, con queste premesse saranno commercialmente dolori, soprattutto fuori Italia.