
Ho auto l’opportunità di frequentare per qualche giorno a Los Angeles un collega del Corriere della Sera che di auto ne sa grazie a una preparazione solida ma da cui mi divide un grosso scarto di anni. Lui ha collaborato e collabora testate molto importanti a cominciare da Wired che gli ha garantito un imprinting professionale capace d’inquadrarlo come giornalista digitale a differenza mia, giornalista ancora goffamente analogico.Ecco stare abbastanza tempo assieme in giro per il Salone di Los Angeles, poi al lancio della prima Ford full electric, l’interessante Mustang Mach-E, e quindi ancora in un test su una magnifica strada di montagna con una Mustang 500 Shelby da 760 CV, è stato davvero istruttivo perché ho toccato con mano il passare del tempo e il differente modo di “vedere” le automobili per via dell’evidente salto generazionale.
Cominciamo dal Salone, allora. Davanti a ogni auto nuova io mi ponevo come d’abitudine a una certa distanza e valutavo l’insieme: il design, la dimensione delle ruote, la lunghezza fuori tutto provando persino ad immaginarmela su strada, su come avrebbe potuto comportarsi. Lui invece correva subito agli interni, ma non nel senso dell’abitabilità o della posizione di guida, ma del cruscotto, dell’infotainment, della comodità di fruizione, della connessione alla rete, delle prese cui collegare i possibili device. Era una valutazione attenta, sin quasi scrupolosa, spesso impietosa. Quando mi ha fatto notare che finalmente sulle Stelvio e sulle Giulia, che facevano bella mostra nello stand dell’Alfa Romeo sfoderando nuovi colori decisamente osé, hanno messo una nuova plancia ben più al passo dei tempi rispetto alla precedenti ho capito che io ho perso il contatto con la realtà attuale, ancorato ancora alla tenuta di strada, alla potenza o al bell’abito che le veste; valori antichi e decisamente superati come le vendite peraltro tristemente testimoniano.

Quando poi siamo stati alla presentazione della SUV un po’ coupé della famiglia Mustang, ecco lo stesso film: io dicevo che era bella e lui che era intelligente, io parlavo con i tecnici di cavalli e lui di kilowatt, io mi preoccupavo dell’autonomia e lui invece si informava sul network delle colonnine di ricarica, io seduto dentro valutavo la visibilità esterna anche in relazione all’imponente muso anteriore e lui si fissava sul monitor grande come un lenzuolo e apprezzava tutte le possibilità del nuovo sistema Sync, infine quando io mi sbalordivo per l’accelerazione da zero a cento in 3 secondi mezzo lui mi faceva notare che il software di bordo si poteva aggiornare nel tempo così come accade sulle Tesla. Due mondi proprio differenti.

Infine abbiamo guidato la Mustang Shelby su una bellissima strada di montagna dove le pignole vetture della Polizia a stelle e strisce si erano dimenticate di fare presenza. Adrenalina a più non posso su un’auto potentissima eppure tutto sommato docile. Io testavo i programmi di guida fino ad arrivare la funzione che stacca tutti gli ausili elettronici, trovavo elettrizzante arrivare sui brevi rettilinei in salita anche oltre le 100 miglia orarie (160 km/h) e mi stupivo per l’assetto ben riuscito tenuto conto di una massa generosa. Lui invece era parco di giudizi, apprezzava tutto cogliendo comunque nel rumore esaltante un buon motivo di eccitazione assieme ad altri valori che mi erano sfuggiti.
Ho imparato molto stando con lui, ascoltando come il mondo digitale cambierà tutto riguardo al modo di approcciarci alle automobili. Fino a ieri mi parevano solo visioni teoriche, poi ho toccato con mano come uno molto più giovane, che oggi è anche un ottimo fotografo ma che vita sua non ha mai usato la vecchia pellicola, si approcci adesso alle cose pur sapendone tanto di vetture e meglio ancora scrivendone. Sono quelli come lui, e quelli ancora più giovani, a cui guardano i costruttori adesso, e giocoforza metteranno su strada vetture sempre più lontane dai canoni del secolo scorso.
COMMENTI(26)
Direttore, le ricordo che "esiste" un altro modo per "giudicare un'auto nuova oggi" che c'è sempre stato e, per fortuna, esisterà ancora, almeno fin quando si avranno figli. Ed è quello di giudicare "la vita a bordo". Sì, quella intesa come il "piacere di viaggiare" con tutte la famiglia che sì, va a scapito del "piacere di giuda" ma è una "forzatura" dovuta al bene di tutti gli occupanti l'abitacolo.
Si va dal confort sospensioni, da quello acustico , a quello di avere tante "piccole attenzioni" come tavolinetti posteriori incorporati nei sedili anteriori, tendine integrate negli sportelli (senza quelle con le ventose dei vai personaggi di turno o peggio ancora asciugamani incastrati nei vetri), bocchette clima posteriori magari nei montanti centrali (oltre a quelle poste sotto i sedili anteriori per i piedi), prese un pò ovunque, portaoggetti per tutte le esigenze, bagagliaio ampio e modulabile, perchè no, tre sedili identici posteriori, ampie vetrature (non dico uno spettacolare megaparabrezza ma proprio "luce" nell'abitacolo), spazio.
Sì, "la vita a bordo" dovrebbe entrare di diritto (altre testate lo fanno da anni) nella pagella di Quattroruote, parallalamennte al "comportamento dinamico". Ormai è divenuto fondamentale "vivere" in auto, visto le ore e ore che si è costretti a rimanerci (vedi traffico) ma pure per fare dei lunghi viaggi in auto non solo in autostrada ma anche sulle "provinciali" che, certo, non invitano ad avere medie alte, anzi, visto i tanti autovelox nascosti e le pessime condizioni dei loro manti stradali (e qui anche "il piacere di guida" va a farsi benedire) ma si scoprono posti bellissimi (e sconosciuti ai più) di cui l'Italia ne è piena.
Ok, la "vita a bordo" oggi deve essere pure connessa ma è cosa secondaria rispetto ai tanti aspetti che fanno di un viaggio un buon viaggio. E da poco "anche" le Case tedesche (che al riguardo hanno solo da imparare da altre...) se ne stanno rendendo conto...forse sarà volta buona che se ne parli.
COMMENTI
+ Inserisci un commentoDirettore, le ricordo che "esiste" un altro modo per "giudicare un'auto nuova oggi" che c'è sempre stato e, per fortuna, esisterà ancora, almeno fin quando si avranno figli. Ed è quello di giudicare "la vita a bordo". Sì, quella intesa come il "piacere di viaggiare" con tutte la famiglia che sì, va a scapito del "piacere di giuda" ma è una "forzatura" dovuta al bene di tutti gli occupanti l'abitacolo.
Si va dal confort sospensioni, da quello acustico , a quello di avere tante "piccole attenzioni" come tavolinetti posteriori incorporati nei sedili anteriori, tendine integrate negli sportelli (senza quelle con le ventose dei vai personaggi di turno o peggio ancora asciugamani incastrati nei vetri), bocchette clima posteriori magari nei montanti centrali (oltre a quelle poste sotto i sedili anteriori per i piedi), prese un pò ovunque, portaoggetti per tutte le esigenze, bagagliaio ampio e modulabile, perchè no, tre sedili identici posteriori, ampie vetrature (non dico uno spettacolare megaparabrezza ma proprio "luce" nell'abitacolo), spazio.
Sì, "la vita a bordo" dovrebbe entrare di diritto (altre testate lo fanno da anni) nella pagella di Quattroruote, parallalamennte al "comportamento dinamico". Ormai è divenuto fondamentale "vivere" in auto, visto le ore e ore che si è costretti a rimanerci (vedi traffico) ma pure per fare dei lunghi viaggi in auto non solo in autostrada ma anche sulle "provinciali" che, certo, non invitano ad avere medie alte, anzi, visto i tanti autovelox nascosti e le pessime condizioni dei loro manti stradali (e qui anche "il piacere di guida" va a farsi benedire) ma si scoprono posti bellissimi (e sconosciuti ai più) di cui l'Italia ne è piena.
Ok, la "vita a bordo" oggi deve essere pure connessa ma è cosa secondaria rispetto ai tanti aspetti che fanno di un viaggio un buon viaggio. E da poco "anche" le Case tedesche (che al riguardo hanno solo da imparare da altre...) se ne stanno rendendo conto...forse sarà volta buona che se ne parli.
Mi piacerebbe un vostro parere: visto che ormai c'è la corsa a infarcire l'auto di sempre di elettronica ed infotainment ma visto che chi ha scritto prima di me, è un appassionato di auto (diciamo vecchia maniera).... quali sono i dispositivi informatici utili in auto .... e quali quelli superflui, di cui proprio non si vede l'utilità o il senso?
Per me ad es. Android Auto o Apple Car dovrebbero essere bandite ... gia il cell è fonte di distrazioni, figuriamoci averlo a portata di "comando"
Con l'elettronica ci si può gingillare fin dalla tenera età, per provare qualche tipo di piacere alla guida di un'auto bisogna attendere molto di più, quando ormai l'imprinting digitale sulle menti è già un dato di fatto. A meno che non abbiano qualche genitore tipo me, che molti considerano un po' incosciente, che non si adatta ad andare al rallentatore come la nefasta legislazione di tutti i continenti imporrebbe. Ma anche in questo caso, si, apprezzano la velocità e le curve prese allegramente, ma cercano comunque le connessioni, prese usb e così via. Poi via via che l'auto diventa per tutti deve seguire i gusti della maggioranza, che ovviamente non è appassionata.
Ricapitolando, auto che devono soddisfare le esigenze dei più, a cui interessa solo come mezzo di trasporto, imprinting digitale nei bambini e legislazione nefasta formano un combinazione micidiale per noi appassionati e nostalgici.
Non sono ancora ai 40 anni ma ragiono all'antica.
Tutto questo entusiasmo per display ed infotainment continuo a non comprenderlo. Esaltazione per le funzioni multimediali? Ma è un'auto che uno deve guidare od un televisore con mediacenter ? Continuo a non comprendere.
Piuttosto comprendo le case. Hanno raggiunto il Nirvana con questo andamento. Con pochi soldi (si, l'elettronica alla fine non costa nulla) riescono a vendere senza bisogno di sforzarsi troppo sugli altri aspetti dell'auto (all'avanguardia ma sempre più piatti e simili tra le varie auto).
La Shelby credo che per me sarebbe stata un orgasmo. Altro che il pick up di Tesla, uscito dai pixel di un vecchio videogioco.
il fatto che tu ragioni all'antica è dimostrato dal fatto che tu non sia andato all'incontro di due settimane fa perchè la tua ragazza lavorava. Al giorno d'oggi, in una società basata sull'individualismo sfrenato, è considerata una rarità.
Stamaz.Concordo al 100% sul suo pensiero che alla maggioranza dei lettori non interessa un tubo delle caratteristiche tecniche del veicolo e il "cliente ha sempre ragione".Da parte mia abbonato sin da quando non avevo l'auto,continuerò ad abbonarmi a Quattroruote ma se prima,non vedevo l'ora che uscisse il nuovo numero ora,rimane chiusa nel suo cellophane per qualche giorno e la lettura si limita a sapere se ci saranno nuove norme o obblighi da rispettare per il conducente,se ci saranno richiami che magari interesseranno anche il mio modello di auto perché oramai le vetture provate sono quasi tutte suv cross over i via dicendo che personalmente essendo un estimatore della macchina"bassa" se possibile con trazione posteriore,la lettura della rivista termina in una decina di minuti.
Da tempo pure io sono un "giapponese", che mastica amaro ad ogni fascicolo. E' arrivato ieri il numero di dicembre: vado a vedere la prova dell'Astra, pur sapendo che monta il per me inutile automatico a 9 marce. e vedo che non compaiono i dati sui regimi (130 e a manetta) e il rapporto con il quale si tocca la punta massima. Siccome i km orari in meno rispetto al dichiarato sono 11 e il cx è ottimo (0,27), verrebbe da pensare a un refuso o a una rapportatura penalizzante della trasmissione (oltretutto il consumo è basso ma non da record). Mancano pure i regimi della A1, ma almeno in quel caso la punta max pare adeguata, e vabbè. Torno un attimo all'Astra: vedo la foto del cruscotto, con una strumentazione riuscita e clamorosamente completa (voltmetro, temperature acqua e olio), e questo porta a sole 4 stelle, come se niente fosse. I tempi saranno cambiati, una volta il quadrante in più o in meno pesava sulla valutazione, ma qui siamo di fronte a "uno vale l'altro", che ci sia o meno il tot indicatore (tenuto conto della presenza dei vari avvisi, commputer di bordo, navigatore ecc.). Ai tempi (2004) l'Astra fu la prima a levare il termometro acqua, oggi è quella più completa e questo non ha comportato un'adeguata valutazione. Passiamo alla Mazda, e si capisce come in alcuni casi le prove risentano dei gusti dell'estensore. In questo caso è ben noto un certo disappunto di fronte alla trasmissione manuale, nonostante quella della vettura in prova sia, nel suo genere, la migliore in assoluto o quasi: impossibile non dare 5 stelle, in compenso gli spottoni pro automatico sono 4, non uno. Voce cambio e ripresa della pagella, commento tabella optional, didascalia comando auto hold. Il concetto che esista un mondo fuori dalla tangenziale di Milano, in cui non è affatto detto che siano necessarie certe cose, non viene assimilato...Insomma, c'è sempre da storcere un po' il naso: non tutti in redazione sono nuove leve, anzi, ma il giornale si era ripreso bene con Cavicchi (servirebbe un suo nuovo "regno", anche a termine, per rimettere a posto qualche cosa, un po' come Ibra al Milan: ma non succederà, e questo vale purtroppo pure per il Milan...). Comunque, più che nuove leve giornalistiche, direi che è meglio parlare di "nuovi paddle", e questo si può dire pure per il collega che ha condiviso l'esperienza americana con il Direttore. Il paddle è più moderno e reattivo, ma nulla vale il coinvolgimento di una buona leva -e del terzo pedale- specie se di qualità...PS: dimenticavo alcune stranezze nei listini, improbabili (Focus ST manuale 1400 kg, automatica 1275: eh? Al limite è l'automatica a pesare 40-50 kg in più, ma non 125. ST diesel, 190 cv, 0-100 in sei netti -non sarà un po' troppo rapida?- e 210 orari, pochini)
Purtroppo per quanto io mi includa nel gruppo dei giapponesi in reistenza, l'Editoriale Domus non è una ONLUS con scopo educativo. Deve vendere. E se i lettori vogliono notizie sui gadget elettronici, 4R si deve adeguare pena lo scomparire (cosa peraltro non astratta, visto il calo di vendite di TUTTE le riviste cartacee). Stessa cosa le case automobilistiche: devono vendere e se alla gente interessano i gadget, loro producono gadget. Il problema è a livello piu' alto: le persone seguono le mode e l' "immagine", la quale viene promossa a livello marketing secondo i dettami degli orientamenti politici. La politica è da annii che fa di tutto per togliere il piacere di guida e demonizzare l'auto. Ovvio che poi si mettano in atto manovre di marketing che ti facciano senzire "cool" se sei (almeno a parole) eco-friendly e techno-friendly.
Tenga duro: non solo i lettori, abbonati e non, passano la mano...Lei ed io, insieme con pochi altri, siamo come "gli ultimi giapponesi ad arrendersi" al termine della seconda guerra mondiale. A me tocca farlo leggendo nel numero di dicembre, ad esempio, la prova su strada della 208: da una parte, pure l'inserto fotografico pieghevole ad esaltare le qualità dell'infotainment già ampiamente descritto nel testo e, dall'altra parte, l'autore della prova che si arrampica sugli specchi per dire, e non dire, non solo che la posizione di guida ottimale è difficile da ottenere ma anche che lo è per l'ostinazione con cui si propone una soluzione sostanzialmente insensata, come ho verificato di persona e come credo sia verificabile da chiunque non brilli per sprovvedutezza. Possibile che ancora una volta non si abbia avuto il coraggio di scrivere che sulle Peugeot volante e quadro strumenti litigano invariabilmente, alti o bassi che si sia, e che sarebbe ora che tale assurda anomalia venisse eliminata, non ultimo per ragioni di sicurezza ? Che cosa si aspetta a scriverlo ? Speriamo che in questo Tavares prenda esempio da FCA...
fortunatamente (?) ho passato i 60 è ho avuto la fortuna di ascoltare il V12 Matra....
Ho avuto la fortuna di sentire il V180 piatto della Ferrari quando provavano a Fiorano e tutto attorno si bloccava il traffico per sbriciare tra le reti.
Come credo di averle scritto qualche post fa, lei parte da un assunto ottimistico, ovvero che le le vecchie generazioni siano (state) consapevoli e pratiche di meccanica e che quelle nuove lo siano di informatica.
La verità è che così come una volta quelli che sapevano guidare erano pochi adesso sono pochi quelli che capiscono di informatica e di HCI – Human Computer Interface.
Ne segue che si eccitano e giudicano (e spessissimo ne scrivono) cose che non conoscono e non capiscono; quello che trasmettono è entusiasmo, non conoscenza.
Le faccio un esempio.
Il presupposto è che l'informatica in auto deve aumentare la sicurezza, di di la occupa e di chi la incontra essendo ad esempio un pedone o un altro automobilista.
E si leggono recensioni entusiastiche di schermi tattili a centro plancia che distolgono lo sguardo dalla strada per interi secondi, passati a cercare tra i menu funzioni che oggi sono a portata di mano.
Si leggono meraviglie di schermi LCD che quando ci batte sopra il sole non si leggono, ma hanno effetti 3D e grafiche seducenti. Di quadri strumenti riconfigurabili in movimento.
Si leggono entusiasmi per macchine aggiornabili OTA – Over The Air.
Si leggono recensioni stizzite di autovetture che non hanno la connettività a internet a bordo.
Bene, lei come lo chiama chi scrive queste cose?
Perché uno che passa il suo tempo a cercare nel tablet come attivare lo sbrinamento rapido del parabrezza (e può farlo in movimento) potrebbe schiantarsi perché non lo trova (quindi per colpa del vetro appannato) oppure perché mentre lo cerca guarda in plancia e potrebbe ammazzare qualcuno. Ah, già, c'è la guida assistita, ovvero altri ciaffi che servono a guidare mentre l'imbecille a bordo gioca col tablet.
Schermi che sostituiscono quadranti, e devono stare in giro per il mondo tra sbalzi di temperature e vibrazioni, finiranno col rompersi rendendo le vetture inutilizzabili; ed il problema non è solo il fatto che ripararle sarà costosissimo, ma sarà sempre più impossibile, perché quella immondizia ha tempi di obsolescenza brevissimi e i ricambi non si trovano.
E non si fa cenno (e grazie, servono competenze specifiche) della sicurezza informatica di tutta questa robaccia; se siano o meno hackerabili, se utilizzino parti sicure o meno, se usino o meno vecchie versioni di protocolli (implementati nel relativo software) notoriamente insicuri, esposti ad attacchi noti e già utilizzati.
E non si fa cenno al fatto che tutta questa roba viene venduta dalle case automobilistiche a prezzi mostruosamente fuori mercato e spesso con servizi risibili in abbonamento a costi incredibili.
Cioè che tutto questo è e sarà sempre più oggetto di ricatto per gli utenti che dovranno continuare a pagare tutta la vita per cose che pure avrebbero comprato, separando la proprietà dal possesso e dalla disponibilità.
E contratti capestro che potranno essere cambiati unilateralmente spegnendo funzioni non più ritenute convenienti da chi le eroga, lasciando tutta quella paccottiglia desolatamente inutile.
Oppure trasformando a pagamento cose prima gratuite, o aumentando i prezzi.
Certo, c'è sempre il diritto di recesso.
Immagini di non poter più avere il tachimetro perché è scaduto l'abbonamento, o lo spinterogeno, perché la carda di credito risulta bloccata.
E, sopratutto, non si fa cenno al fatto che tutta quella roba è una copia a basso valore aggiunto di quello che abbiamo già tutti in tasca, ovvero lo smartphone.
Mi saluti tanto il collega.
@M Bernieri: si rassegni, è un punto d'onore dichiarato dell'attuale direzione quello di privilegiare l'illustrazione ridondante delle caratteristiche del sistema di infotainment a scapito di quelle tecniche cui lei allude. Al suo esordio, ci furono accese discussioni (con Carlo Cavicchi le prove su strada erano infatti tornate ad essere complete), regolarmente tacitate per lo più con la considerazione che all'utente medio non interessa se la trazione è posteriore od anteriore o se la sospensione posteriore è a bracci multipli o con ponte torcente, ma piuttosto se c'è la connessione internet o magari addirittura la videofotocamera incorporata per le riprese e gli scatti estemporanei (vedi Citroen C3). Tutto ciò per inseguire i gusti di un pubblico giovane che, come è noto, si guarda bene dal comprare 4R in edicola o di abbonarvisi online (nonostante il costo della versione cartacea sia inchiodato sui 5 euro e le quote per le sottoscrizioni siano in costante calo): insomma, l'attuale 4R è riuscito nel duplice smagliante risultato di mancare il bersaglio e di scontentare i lettori " tradizionali", in pratica gli appassionati, ormai costretti alla ricerca di scampoli di notizie tecniche fra dissertazioni sui navigatori ed etti di pubblicità diretta ed indiretta: è ovvio che essi, salvo gli irriducibili come il sottoscritto, siano sempre meno assidui (ed è confermato dai dati di diffusione; fonte: sito ADS, ad accesso libero).
Che poi il sito di 4R sia vivo e vegeto, significa sostanzialmente due cose, a mio parere: che l'interesse appassionato per l' "oggetto auto" rimane intatto e che la navigazione, quando è gratuita, conserva fresca la capacità di attrazione...
Da tempo scrivo che questa rivista dovrebbe togliere i punteggi al sistema"infotaiment"come a suo tempo tolse il punteggio alla velocita max dell'auto(che era la cosa io per primo che andavamo a vedere) in quanto diseducativo.Basta dire che c'è o non c'è come per i fari se sono xeno,full led,adattivi ecc poi uno andrà in concessionaria ad informarsi sul display presente ma...sono informazioni che interessano di più che sapere se le sospensioni sono multi link o le economiche ponte torcente:che per carità, si leggono nelle caratteristiche tecniche del veicolo come massa,potenza coppia ecc ma non sono in evidenza e con punteggi.
Sono perfettamente d'accordo, aggiungo che:
- parlando con chi è più giovane di me, vedo che pochi hanno la "frenesia" di questo giovane fotografo;
- i giovani, purtroppo, spesso e volentieri, almeno in Italia, non hanno redditi adeguati per acquistare la Premium superconnessa, e, per loro fortuna, dovranno planare su qualcosa di più "terrestre"
Direttore,leggo il Corsera da almeno cinquant'anni(ce l'ho davanti anche adesso):e la pagina dei motori e' sempre stata poco piu' di una"pubblicita' redazionale".ma mi fido di lei e se ha apprezzato la preparazione del giovane collega avra' certo ragione.detto questo,un'auto,almeno per ora e per diversi anni(la guida autonoma vera sembra,come immaginavo,piu' lontana che nella narrazione corrente fino a poco tempo fa)va pur sempre guidata,ci si deve sedere,al volante,accanto al guidatore,dietro,si deve caricare bagagli od oggetti,la si guarda con soddisfazione,come con ogni acquisto costoso:e questo non cambia ne' cambiera' presto,che noi si sia anzianotti o giovani.l'infotainment,le dotazioni elettroniche,ecc. sono solo una parte del giudizio di un'auto,ed in questo senso il suo collega mi pare limitato(non che sbagli su Giulia e Stelvio..).una speranza c'e',se ha apprezzato il suono del motore...(a meno che non pensasse a GTA-nel senso del videogame-e simili)
160 orari in California e senza finire in cella! Fortuna o tratto stradale limitato ai test?
Tratto stradale magnifico su cui c’è stata molta benevolenza...
Direttore, ma che tristezza il giovane collega! "Parco di giudizi" a bordo di una Shelby...tutto infotainment, ricariche, cruscotti. Non voglio arrivare a suggerire una verifica della morigeratezza di giudizi anche a fronte di qualche biondona californiana.. Due cose: la prima, spero di vedere a lungo i suoi pezzi su 4R e Ruoteclassiche, e magari qualche altro libro, degli invasati da smartphone non me ne frega niente (io ancora oggi vivo felicemente senza). La seconda: inviti il suo giovane collega a provare l'Aston Vantage AMR, appena uscita. Vediamo quanto resiste in pista, magari a Vairano (sarebbe ora di piazzare una bella prova per i "vecchio stampo"), alla guida di un bolide con 7 marce manuali (ps: sul Sole 24 ore l'Aston manuale è stata testata da una donna, che non conoscevo: all'inizio temevo il peggio, ma poi ha scritto di esserne rimasta estasiata. Il mondo si è proprio ribaltato, eh...tanto di cappello alla collaboratrice del Sole 24ore, comunque).
Borgia,non dimentichi un fattore importante:il cambio manuale e' di gran moda,attualmente,il che puo' spiegare l'estasi della giornalista...al di la' di questa,almeno in parte,battuta,condivido in pieno.
Buongiorno, ho 40 anni ma il mio approccio alle auto è assolutamente paragonabile al suo. Prima viene l'auto intesa come linea, tenuta, motore e poi il resto. Purtroppo se il mondo dell'informazione automobilista sarà invaso da giornalisti che di auto non ne sanno nulla ma preferiscono parlare del display questo dal mio punto di vista vorrà solo dire che dovrò leggere recensioni o articoli mediante altre fonti. Il suo approccio non è superato... lei si approccia all'auto e non allo smartphone che cambiamo dopo 1 anno.
Buon giorno, considerazioni molto vere, per automobilisti appassionati over 60.Con tutta quella tecnologia avrei delle difficolta' !!! Ma il mondo e' dei giovani !!! Comunque sempre Viva " destra 4 lunga chiude "!!!
:-)
Trovo giusto che ci siano modi diversi per vedere le cose, ma non vuol dire che una precluda l'altra, specie in tema di auto.
Anche se la stanno farcendo di giocattoli elettronici, rimane pur sempre un mezzo di trasporto e come tale deve essere valutato, specie negli aspetti di praticità, sicurezza e piacere di guida ................... almeno sino a quando le auto non saranno a guida autonoma (ahime)
Perciò Direttore, secondo me non deve "atapirarsi o sentirsi superato".... ma considerare solo l'aspetto del collega del CdS semmai come un aspetto da approfondire e assimilare, ma che non va al momento certamente a sostituire ciò che lei guarda
Direttore, il tuo sforzo di accreditare il giovane collega quale esperto di automobili per quanto mi riguarda … è fallito ! Dedico alla lettura del Corriere maggior attenzione di quella che riservo a 4R (quello del mio "amico", intendo) e ti assicuro che tutte, ma proprio tutte, le pagine dedicate ai motori sono leggere come l'aria, per usare un eufemismo, utili semmai per qualche lettura "domenicale" non impegnativa di un "non appassionato". Se poi, al volante della Shelby, mentre tu la guidi come merita, il suo prevalente e tiepido interesse - una volta esaurita l'eccitazione preoccupante per il sistema di infotainment - è rivolto al rumore del motore, concludo che saranno proprio questi giornalisti "prestati all'auto" a decretare la fine della Shelby o della Giulia o della Stelvio e compagnia bella, mentre per mano ci accompagnano nell'era dei frullini elettrici con uno zelo a volte sospetto.
PS: se poi in Italia riusciranno a vendere, senza svenderle, o a noleggiare, senza imporle, più di cento Stelvio o Giulia MY 20 nuove, non km0, di color "ocra metallizzato Gt Junior" (complimentoni all'inesauribile fantasia del marketing di FCA) allora vorrà dire che la resistenza al cambiamento potrà ancora contare su uno zoccolo duro di coraggiosi e quasi commoventi combattenti...
Infatti chi acquista i marchi premium tedeschi lo fa perché sono di moda.fanno vedere che sei un "arrivato" nella vita ecc e il 70% dei possessori non sanno quanti airbag ci sono che c'è l'antisbandamento,il controllo mantenimento corsia,lettura cartelli stradali ecc o quante marce ha il cambio automatico.Siamo rimasti in pochi ad apprezzare la guidabilità,tenuta di strada che erano quelle"cose" che ti facevano preferire un modello rispetto a un altro.